Salgo nell’autobus per Kadikoi e già la guida non si smentisce: chiuse le porte, mezzo carico di gente, pochi appigli per tutti.. ed ha inizio la spericolata attraversata, tra porte aperte in corsa, dialoghi a me incomprensibili tra autista e passeggeri, fermate prenotate da parole, sorpassi a destra, inchiodate fortuite. Fuori: il traffico assordante (il clacson pare qui essere un’innovazione piuttosto recente), cani scodinzolanti agli incroci, in mezzo alle rotonde, un po’ ovunque.
Cerco una sorta di equilibrio, racimolando le poche forze post viaggio,